La metodologia di mappatura del discorso pubblico mediatico elaborata nel contesto di MADRE è inerentemente integrata e multi-metodo, poiché affianca in maniera virtuosa momenti di confronto ed approfondimento qualitativo con gli stakeholder a momenti di esplorazione ed analisi semi-automatizzata di corpora testuali anche di grandi dimensioni.
La struttura generale dell’approccio adottato è sintetizzata nella figura sopra riportata. Più in particolare, la metodologia di MADRE si sviluppa attraverso quattro fasi:
- Domain Boundaries Definition (DBD)
- Text Mining (TM)
- Hybrid Semantic Analysis (HSA)
- Expert Validation (EV)
La fase di Domain Boundaries Definition (DBD) segna l’inizio del processo e consiste in un confronto sistematico con gli stakeholder attivi nel dominio delle Pari Opportunità (PO). Tale confronto è volto a definire in modo partecipato e con un approccio realista (cioè, che parte dalla percezione degli attori – si veda Laumann et al. 1983) i confini del dominio delle PO. Questa fase è particolarmente centrale per un dominio come quello delle PO che si caratterizza per essere simultaneamente, diversificato, perché copre una molteplicità di aspetti ed ambiti eterogenei nei quali disuguaglianze strutturali e congiunturali si realizzano in condizioni e modalità differenti; dinamico, perché i suoi confini evolvono continuamente insieme alle pratiche e alle condizioni sociali; e complesso, perché la diversità dei temi che racchiude e la dinamicità con cui questi evolvono implicano la necessità di coinvolgere stakeholder di diversa natura, istituzionale e non, portatori di interessi pubblici e privati, che affrontano le molteplici dimensioni della disuguaglianza di genere con competenze, esigenze, agende e liste di priorità differenti.
Successivamente alla specificazione dei confini del dominio, si procede con la fase di Text Mining (TM), che consiste nel disegno e nell’applicazione di procedure automatizzate per individuare all’interno di diverse fonti i testi che andranno a fare parte dei diversi corpora da sottoporre ad analisi durante la fase di Hybrid Semantic Analysis (HSA).
Le fonti da considerare all’interno della fase di TM possono essere determinate seguendo uno o più criteri – ad esempio, suggerimenti basati sulle priorità/bisogni degli stakeholder, la diffusione di una testata, i dati di ascolto di programmi televisioni o radiofonici, il numero di “fan” o “follower” su pagine di social media, e così via. Per tutte le piattaforme mediatiche che non si basano su modalità di comunicazione scritta (in particolare, la radio e la televisione) la fase di TM deve necessariamente essere accompagnata da una attività di trascrizione dei contenuti individuati come pertinenti, in modo da permettere che anche i testi orali siano analizzabili secondo le procedure previste nella fase di HSA.
La fase di HSA consiste in un’analisi semi-automatizzata dei corpora testuali che viene effettuata combinando diversi metodi e tecniche – dal confronto quantitativo, alla network analysis, allo studio strutturale del testo, all’analisi delle polarità di sentimenti. Pur essendo di natura totalmente esplorativa, la fase di HSA ha una duplice peculiarità. Da una parte, applica metodi e tecniche di analisi diversi in vista dell’identificazione di pattern che, presi nel loro complesso, permettono di comprendere in modo sistematico i principali tratti, l’evoluzione, le somiglianze e le diversità del discorso pubblico sulle PO sviluppato dalle fonti considerate nella fase di Text Mining. Dall’altra parte, la ricerca di pattern non è condotta secondo un approccio data-driven, cioè lasciando che siano i dati a suggerire similarità e discontinuità tra le varie fonti. Al contrario, l’analisi è guidata da un approccio teorico che definisce a priori le dimensioni all’interno delle quali ricercare elementi di regolarità e discontinuità.
Tale approccio si ispira direttamente ad una parte di studi sulle forme collettive di partecipazione politica che esamina l’effetto dei media sui livelli di accettazione pubblica e successo sia degli attori collettivi, i.e., movimenti, coalizioni, piattaforme di azione, sia delle istanze di cambiamento sociale di cui si fanno portatori. Più in particolare, l’approccio di MADRE riprende direttamente la concettualizzazione della cosiddetta “Struttura delle Opportunità Discorsive” (in inglese, Discursive Opportunity Struture, DOS) elaborata da Ruud Koompmans (si veda in particolare, Koopmans 2004). Secondo questo particolare approccio, i media non sono soltanto elementi che caratterizzano il contesto sociale all’interno del quale gli attori collettivi si mobilitano ed operano. Al contrario, sono veri e propri agenti che intervengono, attraverso la costruzione del discorso pubblico, nel determinare in maniera diretta un clima più o meno favorevole all’affermazione e all’accettazione pubblica di visioni alternative allo status quo. In definitiva, a seconda della copertura data a temi e agli attori di cambiamento sociale, i media contribuiscono a formare “strutture di opportunità” discorsive, simboliche e valoriali che, a loro volta, sono fondamentali nel determinare le probabilità di ottenere effettivamente un cambiamento.
Partendo da questo background, Koopmans propone di analizzare il tipo di struttura delle opportunità discorsive create dai media lungo tre dimensioni (2004: 373):
- La visibilità che il discorso mediatico conferisce agli attori di cambiamento sociale e/o ai temi di cui si fanno portatori;
- La risonanza di cui godono i temi e le proposte avanzate, da intendersi essenzialmente in termini di quante reazioni espresse da terze parti sono incluse nel discorso mediatico;
- La legittimità conferita agli attori di cambiamento sociale e/o ai temi di cui essi sono portatori, essenzialmente legata al numero di esplicite espressioni di “supporto” o “rifiuto” espresse da terze parti ed incluse nel discorso mediatico.
In generale, maggiori livelli di visibilità, risonanza e legittimità conferiti dal discorso pubblico mediatico, maggiormente favorevole ed aperta la struttura delle opportunità discorsive. Di conseguenza, maggiori sono anche le probabilità che i messaggi di cambiamento siano trasmessi al pubblico senza troppe distorsioni ed entrino a far parte dell’universo simbolico e valoriale dell’opinione pubblica.
Nella sua formulazione originale, l’approccio delle opportunità discorsive di Koopmans non è pensato per realizzare una mappatura come quella ipotizzata nel contesto di MADRE ma, piuttosto, per tenere conto in modo sistematico di come il contesto culturale può influenzare la possibilità di ottenere un cambiamento sociale attraverso forme di azione collettiva organizzata. Tuttavia, il dominio specifico delle PO, intrinsecamente legato alla necessità di promuovere un cambiamento sociale nel modo in cui i rapporti tra donne e uomini sono concepiti e tradotti in pratica, si presta come caso particolarmente interessante per effettuare un ampliamento ed un adattamento di questo approccio teorico. Anche se che la mappatura di MADRE non è focalizzata su specifici attori collettivi ma sull’intero dominio tematico delle PO, essa mantiene ugualmente il focus originario che caratterizza l’approccio della DOS sull’importanza del discorso pubblico come elemento chiave per ottenere cambiamento sociale. È quindi possibile ed appropriato pensare di adottare e, allo stesso tempo, adattare le dimensioni analitiche caratterizzanti dell’approccio DOS al fine di esaminare il ruolo dei media tradizionali e digitali nel promuovere una cultura delle pari opportunità.
Infine, i risultati ottenuti dalle analisi delle dimensioni di visibilità, risonanza e legittimità realizzate durante la fase di HSA vengono sottoposti a validazione nella fase di Expert Validation (EV). La EV consiste nuovamente in un confronto sistematico con gli stakeholder, volto a raccogliere feedback sui pattern individuati ma anche input per poter affinare il processo di mappatura.
L’applicazione della metodologia di mappatura allo studio pilota è descritta in questa Sezione.